SUPPLEMENTARY TOOLS FOR THE DIAGNOSIS OF AMOEBIASIS

TEST DIAGNOSTICI SUPPLEMENTARI PER LA DIAGNOSI DI AMEBIASI

L'esame microscopico è un metodo poco affidabile per identificare correttamente Entamoeba spp. nei campioni fecali: anche se eseguito nelle migliori condizioni (colorazioni permanenti), la sensibilità non supera il 60%. L'identicità morfologica di Entamoeba histolytica, Entamoeba dispar, Entamoeba moshkovskii non ne permette la loro l'identificazione microscopica; è pertanto necessario utilizzare altri test per la loro speciazione. In pazienti con dissenteria, la presenza di trofozoiti ematofagi è da tempo considerata un valido elemento per poter distinguere Entamoeba histolytica da Entamoeba dispar. La specificità del dato è in realtà ridimensionata, in quanto è stato dimostrato che in alcuni pazienti anche Entamoeba dispar può fagocitare globuli rossi, fenomeno confermato anche "in vitro".
Le tecniche colturali per l'isolamento di Entamoeba spp. sono in uso da parecchi decenni. Le percentuali di successo per Entamoeba histolytica variano nei laboratori di riferimento dal 50 al 70%. Le colture ottenute sono successivamente sottoposte a tipizzazione isoenzimatica mediante gel-elettroforesi (zimodemi) per la speciazione. Il metodo è utilizzato come strumento di ricerca e non è applicabile in routine per la lunghezza dei tempi di attesa (1-2 settimane).
Sono stati messi a punto diversi test (ELISA, immunocromatografici), per rilevare la presenza di antigeni specifici di Entamoeba histolytica o Entamoeba dispar direttamente nei campioni di feci; i dati disponibili in letteratura sono numerosissimi ma spesso contradditori sulla loro sensibilità e specificità (vedi Bibliografia). Il problema è che i risultati degli studi di accuratezza di questi test non appaiono sempre attendibili per la mancanza di un sicuro metodo di riferimento. E' da sottolineare inoltre che gli antigeni rilevati dagli attuali metodi (in alcuni casi le caratteristiche dell'antigene non sono descritte!) sono esclusivi della membrana dei trofozoiti e non della parete cistica, eppure le cisti di Entamoeba Histolytica/dispar sono spesso l'unico stadio del parassita rilevabile nelle feci di pazienti asintomatici o comunque non affetti da diarrea o dissenteria. Sono segnalati inoltre casi di reattività crociata di un test ELISA fra Entamoeba histolytica e Entamoeba dispar e Entamoeba moshkovskii, il che ovviamente limita l'utilità del test. Queste metodiche sono rapide (3 h. max), semplici, con costi contenuti e non richiedono personale specializzato, ma è necessario conoscerne i limiti. Inoltre è auspicabile un miglioramento della loro sensibilità e specificità. Non è disponibile a tutt'oggi un test ELISA per la diagnosi di Entamoeba moshkovskii. I tests ELISA eseguiti sul liquido di drenaggio dell'ascesso epatico amebico mostrano una sensibilità del 100% ed una specificità del 90-100% prima del trattamento farmacologico. L'introduzione di tecniche di biologia molecolare, estrazione del DNA del parassita direttamente nel campione fecale e successiva amplificazione mediante PCR, ha fornito nuovi strumenti diagnostici per la diagnosi di amebiasi. Questi test possiedono una sensibilità almeno 100 volte superiore rispetto ai test ELISA per la rivelazione degli antigeni nel campione fecale; inoltre con la "nested multiplex PCR" è possibile rilevare ed identificare simultaneamente la presenza nel campione fecale di Entamoeba histolytica, Entamoeba dispar, ed Entamoeba moshkovskii (trofozoiti e/o cisti). Il trasporto o la conservazione del campione a temperatura ambiente tuttavia provocano tuttavia una rapida degenerazione del DNA, soprattutto nelle forme vegetative del parassita, che sono le più labili. Il congelamento del campione a -20°C (prima di procedere all'estrazione del DNA), non influisce sulla sensibilità del metodo; l'uso dei comuni fissativi per le feci è ancora soggetto di ricerca. I limiti di questi test sono i costi elevati la necessità di disporre di personale qualificato; i risultati sono in genere disponibili entro 1-2 giorni. I metodi sierologici (ricerca di anticorpi) per la diagnosi di amebiasi sono numerosi, quelli più comuni sono l'emoagglutinazione indiretta (IHA), l' agglutinazione al lattice, l'immunofluorescenza indiretta (IFA) e gli ELISA. I tests sierologici sono specifici ma mostrano gradi variabili di sensibilità in funzione del grado e del tipo di manifestazioni cliniche dell'infezione. In aree geografiche dove l'amebiasi è endemica, essi sono inattendibili in quanto i livelli di anticorpi anti-ameba rimangono elevati per periodi molto lunghi (anni). I costi sono bassi ed i risultati sono disponibili, a seconda del metodo utilizzato, al massimo dopo 3 ore.

(table)