Microsporidia

MICROSPORIDI

I microsporidi sono parassiti intracellulari obbligati (citoplasmatici o nucleari) di molte specie animali (vertebrati e invertebrati) compreso l'uomo. Recenti studi di biologia molecolare hanno contribuito a chiarire la loro classificazione tassonomica: dai dati emersi, i microsporidi sarebbero veri funghi, (non protozoi), discendenti da uno zigomicete ancestrale e manterrebbero tuttora una riproduzione sessuata.

Il ciclo biologico dei microsporidi comprende due fasi distinte: la prima (merogonia) proliferativa e la seconda (sporogonia) con formazione di spore che vengono liberate nell'ambiente esterno e vanno ad infettare un nuovo ospite. Il termine "spora" è utilizzato per definire sia lo stadio biologico infettante, sia quello di resistenza ambientale. Le spore dei microsporidi sono estremamente resistenti sia all'ambiente esterno (rimangono infettive per lunghi periodi di tempo) che all'azione di molti disinfettanti chimici.

La distribuzione dei microsporidi è cosmopolita e le specie che possono infettare l'uomo sono numerose; si ritiene che molti animali possano fungere da serbatoio d'infezione. L'infezione mediante le spore viene acquisita sia per consumo di cibi o bevande contaminati, sia per contatto con animali infetti, sia per inalazione. Le specie più comuni che infettano il tratto intestinale umano - ma anche altri organi e tessuti - sono: Enterocytozoon bieneusi (in precedenza Septata intestinalis) e Encephalitozoon intestinalis. La microsporidosi è un'infezione opportunistica che può essere grave, per malassorbimento cronico, diarrea e debilitazione generale in pazienti immunodepressi, soprattutto con infezione HIV o AIDS conclamato. In soggetti immunocompetenti sono stati segnalati rari casi di infezione, peraltro non gravi ed autolimitanti.

Spore

Dimensioni: spore di Enterocytozoon bieneusi, lunghezza 1.08-1.64μm larghezza 0.70-0.98μm. Spore di Encephalitozoon intestinalis, lunghezza 2.0μm larghezza 1.5μm.

Morfologia: forma ovale. A causa delle dimensioni estremamente piccole, è molto difficile osservare al microscopio ottico i dettagli morfologici spesso decritti in letteratura (granuli, bande, filamento polare), anche con le colorazioni appropriate. Con la colorazione tricromica di Weber modificata, la parete delle spore assume una colorazione brillante rosa-rossastra e l'interno di alcune spore appare vuoto, mentre in altre si osserva una banda rossa che circonda la spora in senso equatoriale o diagonale. Con la colorazione di Giemsa, le spore assumono un colore blu ed è difficile differenziarle da altri elementi fecali dello stesso colore. E' possibile utilizzare tecniche a base di fluorocromi (Uvitex 2B, Calcofluor white ecc.); resta comunque difficile differenziare le spore di microsporidi da lieviti o altri elementi presenti nello stesso campione. Per qualsiasi metodo di colorazione è raccomandato un campione di controllo positivo e negativo. I comuni metodi di concentrazione delle feci non sono efficaci per la concentrazione delle spore di microsporidi. E' bene ricordare che non basta eseguire scrupolosamente tutte le procedure analitiche: la ricerca di questi parassiti va affidata a persone esperte e a laboratori diagnostici specializzati.

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