FLAGELLATES

Dientamoeba fragilis

E' un protozoo intestinale, cosmopolita, considerato per lungo tempo appartenente al genere Entamoeba. L'osservazione al microscopio elettronico e l'analisi genetica hanno dimostrato che Dientamoeba fragilis è correlato filogeneticamente con Histomonas. Oggi Dientamoeba fragilis è classificato nella famiglia delle Trichomonadidae. Di questo parassita non è conosciuto lo stadio di cisti.

I dati sulla sua prevalenza e distribuzione geografica sono certamente sottostimati a causa della difficoltà di riconoscimento del parassita nell'esame diretto a fresco, o dopo concentrazione, o in campioni colorati con colorazioni estemporanee in quanto in questo tipo di preparazioni i nuclei non sono visibili e non si colorano. I trofozoiti di Dientamoeba sono inoltre estremamente eterogenei sia nella forma che nelle dimensioni e, a seconda dei casi, possono passare del tutto inosservati oppure essere confusi con residui alimentari, globuli bianchi o cellule di sfaldamento intestinale. Il ruolo di Dientamoeba fragilis come patogeno è ancora controverso. Il parassita è stato identificato nelle feci di pazienti con quadri variabili di enterite che si sono risolti con trattamento antiparassitario. Tuttavia è accertato che molti portatori di Dientamoeba fragilis sono asintomatici. Recenti studi di genetica molecolare hanno dimostrato l'esistenza di due genotipi di parassita cui sarebbero riferibili differenti gradi di patogenicità in grado di spiegare quadri clinici così diversi. Le modalità di trasmissione del parassita non sono ancora note a causa della mancanza di uno stadio cistico; D. fragilis è probabilmente trasmessa per via oro-fecale, ma è stata anche ipotizzata una trasmissione attraverso uova di elminti (Ascaris lumbricoides, Enterobius vermicularis).

Trofozoite

Vive a livello del colon. A temperatura ambiente appare immobile e arrotondato nelle feci formate, mentre si mostra molto attivo in quelle fluide o acquose: corti pseudopodi trasparenti vengono emessi in posizioni diverse uno alla volta e subito ritirati, senza che ne derivi alcun tipo di movimento. I trofozoiti di D.fragilis mostrano una notevole attività fagocitaria, simile a quella di Entamoeba coli. L'appellativo "fragilis" è alquanto improprio, poiché nelle feci fluide o acquose (o diluite in soluzione fisiologica) i trofozoiti mantengono la mobilità almeno per 24 ore anche se lasciati a temperatura ambiente. Se la diluizione è avvenuta con acqua di rubinetto i trofozoiti si lisano nel giro di pochi minuti.

Dimensioni: molto variabili, da 3 a 20μm.

Morfologia: forma perlopiù rotondeggiante ma anche allungata, talvolta con un'estremità molto appuntita, o a racchetta. I laboratoristi che utilizzano esclusivamente l'esame microscopico diretto delle feci devono essere consapevoli che i trofozoiti di Dientamoeba fragilis appaiono come corpi polimorfi e rifrangenti e possono quindi essere interpretati come artefatti.

Nella maggioranza dei casi (~70%) sono presenti le tipiche forme binucleatedel trofozoite di Dientamoeba fragilis, mentre la restante popolazione è mononucleata. Sono stati tuttavia segnalati casi in cui la percentuale delle forme mononucleate raggiunge l'80%. Le forme mononucleate derivano da una recente scissione binaria e appaiono poco più piccole di quelle binucleate. Le fasi iniziali della divisione nucleare sono osservabili solamente nei trofozoiti mononucleati. Quando il trofozoite è in fase di degenerazione, si forma nel citoplasma un grande vacuolo che spinge i due nuclei verso la periferia e conferisce alla cellula l'aspetto di una Blastocystis. I nuclei non sono mai visibili a fresco o con le colorazioni estemporanee; al più appaiono in negativo nel citoplasma e restano comunque identificabili con difficoltà. Con le colorazioni permanenti, tricromica o ematossilina, il nucleo/i (di piccole dimensioni: 2-3μm) contiene all'interno in posizione centrale un ammasso formato da 3-8 granuli di cromatina. La diagnosi può risultare difficile quando la cromatina nucleare è ricoperta da depositi di colorante o quando la frammentazione non è evidente (scarsa differenziazione del preparato durante la fase di decolorazione), soprattutto nei trofozoiti mononucleati (questo anche a seconda della fase della divisione nucleare). In questi casi i trofozoiti di Dientamoeba fragilis possono essere confusi con quelli di Endolimax nana. La cromatina periferica è assente, la membrana nucleare molto sottile e spesso poco distinguibile. Nelle forme con due nuclei questi sono talvolta uniti da un sottile filamento (centrodesma o desmosoma); l'aspetto è tipico dell'arresto della divisione vegetativa allo stadio di telofase. Il citoplasma contiene delle granulazioni fini ma spesso anche batteri, lieviti o granuli di amido. Il trofozoite spesso è parassitato da Sphaerita.

Per la diagnosi di Dientamoeba fragilis viene di solito utilizzata la colorazione di Giemsa,di May-Grünwald-Giemsa o Field sul campione di feci fresche. È tuttavia richiesta una buona esperienza, per evitare confusioni con cisti o trofozoiti di specie diverse di ameba che possono essere presenti nello stesso campione, e per interpretare in modo corretto forme degenerate e vacuolate di Dientamoeba fragilis che potrebbero essere confuse con Blastocystis sp.

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